giovedì 19 febbraio 2015

Il signor Giardiniere


Circolo di lettura “Letture in giardino”
in collaborazione con lo Studio Arti Floreali



Il signor Giardiniere
di Frédéric Richaud

Reperibilità in prestito nelle Biblioteche di Roma Capitale:
Casa del Parco, Cornelia, Europea, Ennio Flaiano, Guglielmo Marconi, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Gianni Rodari, Rugantino, Vaccheria Nardi, Villa Mercede


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Il signor Giardiniere (Monsieur le jardinier, 1999) tradotto e pubblicato in Italia nello stesso anno da Ponte alle Grazie, è un libro di Frédéric Richaud, dedicato alla figura di Jean-Baptiste de La Quintinie, agronomo e giardiniere francese.
Il libro è stato tradotto in italiano da Francesco Bruno ( da non confondere con l'omonimo critico letterario, giornalista e scrittore ) e sulla sua traduzione ci sono pareri diversi. Comunque è merito del traduttore aver fornito il libro in italiano di un «Prospetto dei personaggi storici» che sono in relazione con il testo.


Periodo storico
Il libro è ambientato in Francia intorno al 1670. Re di Francia è Luigi XIV, il Re Sole. Per dare uno sfondo all'ambiente di cui racconta il libro, ricordo che è da poco terminata la terribile e sanguinosa Guerra dei Trent'anni (1618-1648) che percorse con una serie di devastanti scontri tutta l'Europa. Iniziata come conflitto religioso tra cattolici e protestanti, si trasferì sul piano politico per l'ambizione di egemonia, interessi commerciali, rivalità personali delle varie potenze in gioco. Partito il focolaio nei territori del Sacro Romano Impero Germanico, il conflitto si estese a Francia, Paesi Bassi, Italia settentrionale e Catalogna. Rimasero fuori solo la Russia e l'Inghilterra.
Tanto per ricordare un episodio che spesso viene citato ai turisti che visitano Praga, la scintilla, che scatenò la Guerra dei Trent'anni, esplose quando Mattia d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, nominò re di Boemia, nel 1618, l'ultracattolico Ferdinando II d'Asburgo. Purtroppo la Boemia, corrispondente a parte dell'attuale Repubblica Ceca, era prevalentemente protestante. Il nuovo re, rigidissimo, vietò la costruzione di alcune chiese protestanti e limitò le libertà religiose. La ribellione fu violenta ed ebbe l'apice nella nota "defenestrazione di Praga": due luogotenenti dell'imperatore furono letteralmente gettati dalle finestre del palazzo reale. Per fortuna si salvarono: sotto di loro trovarono un letto di letame. Ma la defenestrazione non fu sufficiente a fermare la protesta.
Quello che tuttavia caratterizzò questa lunga Guerra furono le devastazioni di città e campagne, gli assassini di massa, le popolazioni sottoposte alla ferocia di mercenari, le pandemie, la carestia. In breve fu forse l'evento più grave che sconvolse l'Europa prima delle Guerre Mondiali. Le conseguenze crearono una situazione che è stata definita dagli storici come la 'Crisi del Seicento', provocando, secondo le stime, circa 12 milioni di morti ( Le vittime civili e militari della Prima Guerra mondiale furono circa 26 milioni, mentre quelle della Seconda sono stimate in oltre 71 milioni. Peraltro le cifre sono ancora oggetto di analisi ).
Passata la tempesta, passata neanche una generazione, scoppiò la Guerra d'Olanda (1672-1678). Fu combattuta tra Francia e un'alleanza composta da Brandeburgo ( nazione quasi indipendente intorno a Berlino ), Sacro Romano Impero, Spagna, e Province Unite ( l'esatta denominazione è «Repubblica dei Sette Paesi Bassi Uniti» ). Scoppiata, subito dopo il Trattato di Aquisgrana (1668), peggiorò in modo particolare i rapporti tra la Francia di Luigi XIV e la Repubblica delle Province Unite d'Olanda.
Questo il quadro storico che fa da sfondo al libro di Richaud. Luigi XIV è in guerra; i suoi generali Henri de La Tour d'Auvergne-Bouillon, visconte di Turenne ( noto anche col nome di Grand Turenne ), Luigi II di Borbone-Condé e Sébastien Le Prestre, marchese de Vauban combattono le resistenti forze olandesi. Ma intanto il costo della Guerra sale. Aumentano le imposte per sostenere le spese belliche ma anche per coprire le cifre astronomiche sperperate per esaltare la gloria del Re.


Jean-Baptiste de La Quintinie
Anche se la vicenda è in parte romanzata, tuttavia Jean-Baptiste de La Quintinie, il giardiniere del Re Sole è una figura veramente esistita.
Jean Baptiste de La Quintinie ( Chabanais, 1 marzo 1624 – Versailles, 11 novembre 1688 ) studia presso il non lontano collegio dei gesuiti di Poitiers, poi segue gli studi di filosofia e diritto presso l'Università ( fondata nel 1431, una delle più antiche di Europa ) di quella città. Diviene avvocato e come tale entra nel Parlamento di Parigi e ricopre, pare, la carica di referendario della Regina. Il referendario era un funzionario incaricato di esaminare le richieste dei cittadini e riferire, in questo caso, alla Regina. Svolge anche altre mansioni di segreteria. Diviene precettore del figlio del presidente della Corte dei Conti e con questo incarico lo accompagna in Italia. Al ritorno in Francia, però, lascia tutti gli incarichi collegati ai suoi studi e si dedica totalmente all'agronomia e al giardinaggio e legge i testi antichi di Columella, Virgilio, Plinio. Ben presto l'aristocrazia francese scopre le sue qualità e gli affida la progettazione e la cura dei propri giardini. Come ogni bravo giardiniere francese di quegli anni ( questa era la regola non scritta ), visita l'Inghilterra, ma evidentemente ha già una certa fama nel suo lavoro se addirittura il re d'Inghilterra Giacomo II gli propone di occuparsi dei suoi giardini. La Quintinie però vuole dedicarsi ai giardini francesi e rifiuta l'offerta del Re.
A 36 anni, nel 1660, sposa Marguerite Joubert. La coppia ha tre figli, ma nessuno disgraziatamente sopravvive al padre. Inizia per lui il periodo dei grandi importanti incarichi. Nel 1661 viene incaricato dal sovrintendente alle Finanze, Nicolas Fouquet, di curare i giardini del suo famoso castello di Vaux-le-Vicomte, collaborando con gli altri incaricati: il giardiniere Le Nôtre, l'architetto Le Vau e il pittore Le Brun. Ma nello stesso 1661, caduto in disgrazia Fouquet, tutti vengono assunti da Luigi XIV. A La Quintinie, durante la costruzione della reggia di Versailles, viene affidata una zona umida con il compito di impiantare l'orto ed il frutteto del Re. Tutt'intorno è povertà e disastro. In questi anni sono molti i giardini che gli vengono affidati: intorno al 1665 lavora a Chantilly per il principe di Condé, a Choisy-le-Roi per Mademoiselle de Montpensier ( Anna Maria Luisa d'Orléans, Duchessa di Montpensier , nota come La Grande Mademoiselle ), a Rambouillet per il duca Charles de Sainte-Maure, a Sceaux per Colbert.



 Chantilly



Piccolo inciso sulla Crema chantilly.
E' stata creata dal cuoco francese François Vatel nel 1661 per il banchetto inaugurale del castello di Vaux-le-Vicomte. Ma Vatel le diede questo nome quando divenne soprintendente alla cucina nel castello di Chantilly, di proprietà del principe di Condé.
La crema è semplicemente composta da panna fresca montata, possibilmente a mano, vaniglia in bacca e zucchero al velo, in una proporzione di 5 parti di panna e 1 di zucchero.
Spesso viene mischiata ad altre creme, come quella pasticcera, per renderle più delicate e leggere.


  Sceaux, il Parterre

Il 17 marzo 1670 Luigi XIV lo nomina « direttore dei giardini, frutteti e orti di tutte le case reali », carica creata appositamente per lui.
Dal 1678 per cinque anni, fino al 1683, La Quintanie lavora alla creazione del nuovo orto reale, le Potager du Roi, non troppo lontano dai cancelli di Piazza d'Armi. Questo orto, che ancora esiste, è stato classificato nel 1921 monumento storico.



 Gli 'orti' di Versailles

Nel 1687 Luigi XIV gli concede una carica nobiliare. Nel 1690, due anni dopo la morte, viene editata la sua Instruction pour les jardins fruitiers et potagers, summa dell'esperienza e delle riflessioni del Signor giardiniere, specialmente sui metodi di coltivazione delle verdure e sulla potatura degli alberi.
Per ulteriori dettagli sulla vita di La Quintinie, con commenti anche di Charles Perrault – sì proprio lo scrittore francese (Parigi, 1628 – 1703), membro dell'Académie française e autore di fiabe - , vedi a pag. 312 del volume XLVI della traduzione italiana della “Biografia Universale Antica e Moderna ossia Storia per alfabeto della vita pubblica e privata di tutte le persone che si distinsero per opere, azioni, talenti, virtù e delitti. Opera affatto nuova compilata in Francia da una Società di Dotti ed ora per la prima volta recata in italiano con aggiunte e correzioni”, Venezia presso Gio.Batista Missiaglia, MDCCCXXVIII:
https://books.google.it/books?id=pIFhfUuqIbIC&pg=PA316&lpg=PA316&dq=perrault+de+la+quintinie&source=bl&ots=HndH5IJZ4Y&sig=O0YGi1I0yZWPnbvypSebM4XfgMQ&hl=it&sa=X&ei=FkjoVIaFCsLCywOV3IKIDA&ved=0CDQQ6AEwAg#v=onepage&q=perrault%20de%20la%20quintinie&f=false

La s-fortuna di Fouquet e Vaux-le-Vicomte
Tutto inizia nel 1641, anno in cui Nicolas Fouquet, di 26 anni, membro del Parlamento, acquista una tenuta ad una cinquantina di chilometri a sud est di Parigi. La tenuta, alla confluenza di due piccoli fiumi vicini alla Senna e non lontana da Fontainebleau, comprende un modesto castello.Passano gli anni, quindici per l'esattezza. Fouquet, diventato ministro delle finanze di Luigi XIV, inizia la sistemazione di quello che, grazie alle ricchezze riversateci e alla collaborazione dei maggiori progettisti dell'epoca, Le Vau per le architetture, Le Brun per le decorazioni e Le Nôtre per i giardini, diviene il più bel castello con giardino alla francese. L'inaugurazione ha luogo il 17 agosto del 1661: è presente il re Luigi XIV; viene rappresentata un'opera teatrale di Molière; viene allestita una sontuosa cena organizzata da François Vatel; un imponente spettacolo pirotecnico chiude la serata.
Purtroppo, almeno secondo la leggenda, questa ostentazione di tanta ricchezza non è gradita al sovrano. Il re infatti sembra da una parte mostrare invidia per la magnificenza del castello del suo 'suddito' dall'altra, si dice, non può non sospettare che il suo Ministro delle Finanze abbia trovato modi illeciti per arricchirsi. La caduta in disgrazia di Fouquet è repentina: il 5 settembre 1661 Luigi XIV fa arrestare il Ministro da un drappello di moschettieri comandato da D'Artagnan, con l'accusa di malversazione certo anche su consiglio di Colbert. Colbert diventa a sua volta Ministro delle Finanze.
Questa la leggenda. In realtà il destino di Fouquet e la successione di Colbert pare fossero già fissato ben prima dell'inaugurazione di Vaux-le-Vicomte. Ma sicuramente la leggenda ha giovato alla fama del castello e a magnificarne la bellezza.


Il giardiniere francese e il giardiniere inglese
E' impossibile non cercare dei parallelismi tra le due figure descritte in questo libro di Frédéric Richaud ( Jean Baptiste de La Quintinie, 1624-1688 ) e in quello di Masolino D'Amico 'Il giardiniere inglese' ( Lancelot 'Capability' Brown, 1716 – 1783 ), vissuti entrambi, fino a circa 65 anni, a distanza di circa un secolo l'uno dall'altro.La Quintinie, anche se Giardiniere del Re ( ma anche il secondo lo è stato per un certo periodo, con sua grande soddisfazione anche economica ), ha nel suo passato studi classici e colti. Abbandona la sua professione di avvocato e le sue cariche nello Stato, per dedicarsi ai giardini. Opera a contatto con la massima aristocrazia francese, ma in una Francia povera e devastata da anni di guerra. Ripete degli schemi di giardinaggio che sono gli schemi del giardino formale di origine tardo rinascimentale.
Lancelot Brown nasce come giardiniere e diventa, con la grande confidenza nelle sue capacità, un progettista di paesaggi, quasi inventore del parco 'all'inglese'. Il suo mondo è il mondo della più elevata e colta aristocrazia inglese, la quale vede riflessa nella realizzazione di bei giardini la propria affermazione sociale. E in questo mondo si muove con sicurezza ed autonomia tanto da aver la possibilità di dettare ed imporre nuove regole per i giardini.


Breve biografia dell'autore
Frédéric Richaud ( Aubignan, 1966 ) è scrittore di romanzi e biografie e sceneggiatore di fumetti francese. Il padre è un pittore e la madre una pianista. Come sceneggiatore di bandes dessinées, usando il termine francese, segue un registro storico con una grande cura ed attenzione ai testi e ai dialoghi di cui cura l'adattamento in fumetto.


Opere
Biografie e saggi
- Luc Dietrich ( opera di autori vari sotto la direzione di Frédéric Richaud ), éditions Le temps qu’il fait, 1998. [ Raoul-Jacques Dietrich detto Luc Dietrich è stato uno scrittore, poeta, fotografo francese, 1913-1944 ]
- René Daumal, l'archange (in collaborazione con Jean-Philippe de Tonnac), Grasset, 1998. [ René Daumal è stato uno scrittore e filosofo francese, 1908 – 1944. Alcune sue opere sono pubblicate in italiano da Adelphi, come Il Monte Analogo ]
- Boris Vian : c'est joli de vivre (livre-album), éditions du Chêne, 1999.
- Luc Dietrich, Grasset, 2011. Premio Alfred Verdaguer dell'Institut de France su proposta de l'Académie française.
Novelle
- Le Val clos, éditions Éolienne, 2010.
Romanzi
- Monsieur le Jardinier, Grasset, 1999. Trad. italiana Il Signor Giardiniere (Ponte alle Grazie)
- La passe au diable, Grasset, 1999. Trad. italiana La porta del diavolo (Ponte alle Grazie, 2001)
- La Ménagerie de Versailles, Grasset, 2007. Trad. italiana Il serraglio di Versailles (Ponte alle Grazie, 2007)
- Jean-Jacques, Grasset, 2008. Trad. italiana Lo straordinario destino di Jean-Jacques Rousseau (Ponte alle Grazie, 2009 ). Romanzo divertente, pieno di imprevisti, attorno alla figura di Rousseau a 230 anni dalla sua morte.
Sceneggiature di fumetti
- Le maître de peinture ( con Michel Faure et Makyo ), éditions Glénat, volume 1, 2003 ; volume 2, 2004 ; volume 3, 2005. Fumetto sulla creazione artistica nella Polonia degli anni 1920.
- Le Peuple des endormis, éditions Dupuis, volume 1, 2006 ; volume 2, 2007. Adattamento in fumetto del suo romanzo La Ménagerie de Versailles con l'illustratore Didier Tronchet.
- Jean Jacques, éditions Delcourt, 2009. Adattamento in fumetto del suo romanzo Jean-Jacques con Makyo et Bruno Rocco.
- La Prison, volume 12 della serie Destins, diretta da Frank Giroud, con Eugenio Sicomoro, éditions Glénat, 2011.
- La Bataille, adattamento dell'omonimo romanzo de Patrick Rambaud, con Ivan Gil, éditions Dupuis, volume 1, 2012 ; volume 2, 2013, volume 3, 2014. Il romanzo di Rambaud, sulla Battaglia di Essling ( 1809, l'armata di Napoleone contro le truppe austriache ) ha vinto il Premio Goncourt nel 1997.
- Le Complot de Ferney-Voltaire, éditions Glénat, 2012, avec Makyo et Didier Pagot.
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Corriere della Sera (20 settembre 2001)
Articolo di Giulia Borgese
Richaud: amore al tempo delle fiabe «Con i miei romanzi combatto la perdita di memoria del mondo»
Storie e atmosfere dal sapore antico anche per il nuovo romanzo dell' autore francese Richaud: amore al tempo delle fiabe. Vestito di nero come, forse, un insegnante di provincia, alto e magro, volto sottile allungato dalla fronte già priva dei capelli, Frédéric Richaud ha 35 anni e fino a 23 è vissuto nella sperduta fattoria dalle parti di Avignone dove è nato. E' al suo secondo libro: alla fine del 1999 era uscito Il signor giardiniere che era la storia di Jean Baptiste La Quintinie, «intendente alle cure dei frutteti e degli orti» di Luigi XIV, personaggio storico dunque, che aveva collaborato con l' architetto Le Vau, il giardiniere Le Nôtre e il pittore Le Brun a dar vita allo splendore di Versailles. Un libro che ha avuto grande successo anche in Italia, tanto che adesso Richaud pubblica La porta del Diavolo in prima edizione presso l'editore Ponte alle Grazie. La porta del Diavolo è un' altra storia antica, una di quelle storie fosche di amore e morte che nei paesi si tramandano di generazione in generazione, che fanno addirittura pensare alla lontana tradizione delle fiabe di Perrault. Ma come mai uno scrittore così giovane va a cercare i suoi personaggi nella memoria, come mai non obbedisce al canone più diffuso tra i suoi contemporanei di disegnare, nelle loro opere, una loro autobiografia generazionale, in cui, in maniera più o meno divertente o interessante, si coniugano il sesso e la droga, la musica rock, il sangue, il disancoramento da ogni tradizione letteraria, storica, familiare? «Sono cresciuto in un villaggio», spiega. «I miei nonni erano contadini, e per loro il raccontare storie antiche era normale. Mio padre poi era bravissimo a farci paura: nei suoi racconti la morte faceva parte della vita, il terrore faceva parte della gioia. E' a lui che devo la tragedia dei due giovanissimi innamorati incalzati da un destino implacabile. Loro vivono nel sogno di poter fuggire insieme dal villaggio chiuso tra le montagne. Un villaggio che conosco bene, in cui le case abitate dai vivi fanno corona al paese dei morti, abbandonato da secoli. Sarà il padre della ragazza a impersonare il fato tramando un inganno per separare gli amanti, e creando un disperato equivoco. Io ricostruisco storie antiche per combattere quella perdita della memoria che caratterizza il mondo in cui viviamo, un mondo senza Dio in cui gli uomini si perdono, in cui il destino resta implacabile. Dopo tutto non c' è molta differenza tra le storie di ieri e quelle di oggi: ho l' impressione che siamo tutti condannati a una fine tragica. E, come nella vita del giardiniere di Versailles, scienza e superstizione ancora convivono». Anche il linguaggio di Richaud è classico, costruito con un controllo stilistico molto attento, che fa a meno delle parole o, spesso, parolacce che formano lo slang degli scrittori più giovani, volutamente sciatti... «Mi colpisce molto come le parole oggi vengano utilizzate in maniera gratuita, tanto da perdere il loro autentico significato», spiega lo scrittore. «Ho insegnato per qualche anno e, per esempio, sentivo sempre nei discorsi dei ragazzi l' aggettivo inglese cool, affibbiato indifferentemente a persone o cose o sentimenti. E' fastidioso. Per questo ho cercato di prender le distanze da un vocabolario che si consuma in fretta, che porta inevitabilmente a perdersi nel nulla».