mercoledì 28 gennaio 2015

ISTITUZIONE BIBLIOTECHE DI ROMA - UN BENE COMUNE DA SALVAGUARDARE ... SUBITO!

In nome del risparmio, ma è tutto da verificare, si sta per tornare indietro - con passi non da gigante, ma da orco - sull'autonomia delle Biblioteche Centri Culturali.
Riportiamo di seguito il 



Comunicato Stampa Assemblea cittadina CdA Istituzione Sistema Biblioteche Centri Culturali
tenuta il 26 gennaio 2015 presso la Biblioteca Rispoli

L'ASSEMBLEA CITTADINA DICE NO ALL'INTERNALIZZAZIONE E CHIEDE LO STRALCIO DALLA DELIBERA

Componenti della Commissione Cultura e del Consiglio di Roma Capitale, amministratori di Municipi, i rappresentanti di tutte le sigle sindacali, esponenti del Centro per il Libro e dell’AIB, bibliotecari, intellettuali, cittadini: la Biblioteca Rispoli lunedì 26 era stracolma per l'Assemblea indetta dal CdA dell'Istituzione Biblioteche, guidato dalla Presidente Paola Gaglianone.
Sulla proposta dell’assessore alla cultura Giovanna Marinelli e al bilancio Silvia Scozzese, di sciogliere l’Istituzione e far riconfluire il Sistema Biblioteche nell’amministrazione capitolina sono intervenuti esprimendo il loro dissenso: Michela Di Biase, consigliera comunale e Presidente della Commissione cultura, Gianluca Peciola, consigliere comunale e vicepresidente della Commissione Cultura, Francesco D’Ausilio, Valeria Baglio, presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Ghera, Virginia Raggi, Giulia Tempesta, consiglieri comunali, gli assessori e i presidenti di diversi Municipi, gli esperti del settore, i rappresentanti sindacali.
Tutti sono stati concordi su un punto di rilevanza strategica e politica: l'autonomia progettuale e procedurale delle biblioteche è un valore.
Per questo è stato convinto e compatto il NO ALL'INTERNALIZZAZIONE.
Un No motivato non per spirito di conservazione ma in nome della necessità di rilanciare i servizi all'interno della Città metropolitana senza dismettere una realtà che funziona e che può progettare la sua crescita.

L'Assemblea ha dichiarato:
l'accentramento amministrativo non è una modalità certa e trasparente di risparmio né una garanzia di eguale efficienza. Inoltre, sul risparmio reale non sono ancora stati presentati dati su cui ragionare e sul futuro del “modello biblioteca” è sempre possibile lavorare insieme e non in contrapposizione.
La storia dell'Istituzione Biblioteche è una storia virtuosa il cui marchio ha una portata simbolica enorme che non va sottovalutata: ha la forza attrattiva di credibilità verso l'esterno e la forza coesiva dell'appartenenza al suo interno.

Unanime è stata, allora, la richiesta di STRALCIARE la voce relativa all'Istituzione Biblioteche dal testo della Delibera presentata come propedeutica al Bilancio, per restituire al dibattito un contesto che riconosca la specificità delle biblioteche e il ruolo socioculturale che sono chiamate a svolgere.
Il Cda ha concluso l'Assemblea invitando a DIFFONDERE L'INFORMAZIONE in tutte le sedi opportune e tramite tutti i media per estendere il dibattito alla cittadinanza coinvolgendo nel sostegno tutti gli attori culturali della Città.
www.bibliotechediroma.it

Orietta Possanza
Biblioteche di Roma
P.O. Area Comunicazione e ufficio stampa
06 45460294 - 3484905429


Il giorno della civetta















Circolo di lettura 'SOTTO UN'ALTRA LUCE'
Incontri di lettura e legalità

a cura della Libera Biblioteca PG Terzi e del Presidio di Libera 'Roberto Antiochia' del II Municipio con la collaborazione del Liceo Statale Niccolò Machiavelli di Roma


Il giorno della civetta
di Leonardo Sciascia
Reperibilità nelle Biblioteche comunali:
il libro è reperibile praticamente in tutte le Biblioteche del Comune di Roma. Vedi http://www.bibliotu.it/.do#0
« Forse tutta l'Italia va diventando Sicilia... E sale come l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l'Italia, ed è già, oltre Roma... »
(Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta)
Il giorno della civetta
La complessa genesi. Nel 1956/1957 Sciascia sta lavorando ad un racconto, Il silenzio, che può essere considerato l'origine de Il Giorno della Civetta. In una lettera a Italo Calvino – amico e lettore della Casa Editrice Einaudi - del 2 settembre 1957 Sciascia scrive infatti: «Avevo intrapreso a scrivere un racconto di tecnica “gialla”– ambiente siciliano, mafia e politica».
Circa un anno dopo, il 2 ottobre del 1958, sempre rivolgendosi a Calvino, scrive: «sto lavorando a un racconto lungo sulla mafia di tecnica gialla e che avrà il titolo shakespeariano de “Il giorno della civetta” (“come la civetta quando il giorno compare”)».
Poco dopo l'annuncio a Calvino del racconto lungo, nel febbraio 1959, viene pubblicato, ne “La Fiera Letteraria” il racconto breve Il silenzio (vedi in appendice).
Il giorno della civetta, iniziato dunque nel 1958, rivisto nel 1960, letto da Calvino in manoscritto nel settembre di quell'anno, viene pubblicato, per la prima volta da Einaudi, l'anno successivo, nel 1961.
Proprio questa genesi così complessa del racconto fa sì che comunque esso non sia dei più amati da Sciascia, che per sua tendenza non ama molto la rielaborazione.
Calvino e la casa editrice Einaudi. Per inciso si ricorda che Cesare Pavese e Natalia Ginzburg, terminata la guerra, si occupano di rimettere in piedi la Einaudi, fondata nel 1933. Calvino entra come collaboratore stabile e lettore presso questa casa editrice nel 1950 e prende il posto di Cesare Pavese, morto suicida in quell'anno. In particolare Italo Calvino e Elio Vittorini, attraverso le collane di narrativa e la rivista «Il menabò» (1959-1967), guidano la ricerca letteraria con una grande attenzione a quanto di più innovativo accade in Europa e in America.
'Finzione' e realtà. Molti sono i parallelismi tra finzione – diciamo così – e realtà che rendono questo libro veramente importante:
- Salvatore Colasberna e
Accursio Miraglia (1896 – 1947) , persona vera, con una storia di impegno che vale la pena di conoscere, ucciso a Sciacca nel gennaio del 1947;
-
il Capitano Bellodi e Renato Candida (-1988), vero Comandante dell'Arma dei Carabinieri ad Agrigento, autore di un saggio Questa mafia (1956) ed amico di Sciascia. Scriveva Sciascia di Candida ne La Stampa dell'11 novembre 1988, in occasione del trigesimo della morte, “…Non solo per ‘Il giorno della civetta’, ma per ogni mio racconto in cui c’è il personaggio di un investigatore, la figura e gli intendimenti di Renato Candida, la sua esperienza, il suo agire, più o meno vagamente mi si sono presentate alla memoria, all’immaginazione…”. E come non pensare immediatamente a Salvo Montalbano, creatura di Camilleri, e a tanti altri. Vedi per approfondimenti: http://www.amicisciascia.it/component/k2/item/459-il-rapporto-tra-sciascia-e-candida.html
- Don Mariano Arena e … non mancano certo personaggi reali che, ieri come oggi, possano richiamare questo personaggio.
Gli 'allegati'. Ma è da sottolineare l'importanza anche degli 'allegati' che vanno a chiudere il libro: la Nota coeva alla prima edizione e l'Avvertenza che compare, e sempre poi resta, nell'edizione del 1972. Due pezzi da meditazione.
Il titolo. Infine una notazione sul titolo. Il titolo è tratto dall’Enrico VI di Shakespeare (Parte III Atto V Scena IV), e un passo del testo shakespeariano fa da epigrafe al romanzo: “… come la civetta quando di giorno compare”. Lo studioso Paolo Squillacioti (in Opere. Narrativa Teatro Poesia di Leonardo Sciascia, a cura di Paolo Squillacioti, Adelphi) riporta due brevi testi (del 1960 e del 1979) con i quali lo scrittore spiega così il titolo: la mafia, che in passato operava in segreto, come la civetta che è un animale notturno, ora agisce in piena luce, anche grazie a complicità politiche. Ma leggendo il testo di Shakespeare l'interpretazione potrebbe essere diversa: il Duca di Somerset, prima della Battaglia di Tewkesbury (1471) fra i Lancaster e gli York – una delle battaglie decisive della Guerra delle due rose 1455-1485 - dice “E chi non vuole combattere per una tale speranza vada a casa e a letto e, se si alza, sia oggetto di scherno e di meraviglia, come la civetta quando di giorno compare”. Come dire: che non provi a farsi vedere in giro chi oggi non è al nostro fianco per lottare contro il nemico. Così il Capitano Bellodi, dopo essere stato amaramente sconfitto nelle sue indagini, tornando nella sua Parma e vedendo la superficialità con cui le ragazze del Nord parlano della Sicilia, decide che tornerà giù finché “mi ci romperò la testa”.
Purtroppo bisogna dire che, nonostante tale incoraggiamento alle sue truppe, nella battaglia di Tewkesbury il casato di Lancaster venne completamente sconfitto dal rivale Casato di York.
Epoca Il racconto, se si concorda per un riferimento molto probabile alla vicenda di Accursio Miraglia, si svolge intorno alla metà del secolo scorso. Quindi Sciascia racconta una Sicilia di poco più di 10 anni prima. Inutile dire invece come la storia sembri senza tempo.
Nel 1943, alla caduta del fascismo, rimangono attive in Sicilia solo un quinto delle cooperative agricole nate prima del regime (mentre nel resto d'Italia la percentuale si aggira intorno al 50%). Le cooperative permettevano con una distribuzione dei costi collettiva e l'accesso ai finanziamenti delle casse rurali collegate, dei vantaggi per la comunità dei contadini. 
Se nel resto d'Italia la rinascita si ricollega all'esperienza socialista precedente, in Sicilia la distruzione, anche materiale, delle sedi, dei macchinari, la dispersione e l'uccisione degli animatori di queste cooperative, fa sì che la rinascita debba ripartire da zero.
All'indomani dello sbarco alleato, nel 1943, i contadini come era accaduto con lo sbarco dei mille nel 1860, coltivano l'ingenua speranza di un
cambiamento radicale: con la fine della guerra una più giusta ridistribuzione delle terre e del lavoro. Nel 1944 Miraglia fonda la cooperativa “La madre terra” e con essa una nuova forma di solidarietà che si alimenta di questa speranza. Egli cerca di organizzare e portare avanti le istanze delle persone più umili, degli stessi contadini che coraggiosamente chiedono l’attuazione delle leggi che destinavano loro, purché fossero riuniti in cooperative agricole, la terra incolta o malcoltivata dei latifondi. Si tratta dello storico decreto Gullo e, successivamente, Gullo-Segni. E' un avvenimento storico la cavalcata da lui organizzata che vede diecimila persone sfilare su carri, cavalli, muli e a piedi per le vie di Sciacca. La sua attività gli fa subire le pesanti minacce dei latifondisti e dei gabellotti mafiosi che non sono disposti, nonostante l'imposizione della legge, a rinunciare a nessuna terra e a nessun guadagno derivante. I gabellotti sono i primi affittuari dei latifondi e amministrano con ogni mezzo, lecito ma soprattutto illecito, le terre per conto dei grandi proprietari che vivono nei grandi palazzi cittadini e abbandonano le terre ai questi sottoposti preoccupandosi di riceverne solo i proventi. 

Nell'inverno del 1946 sembra che qualcosa inizi a migliorare, il movimento contadino sta riuscendo anche in Sicilia a vedere faticosamente riconosciuti i propri diritti, ma nella notte del 4 gennaio 1947, al rientro da una riunione di partito, Accursio Miraglia viene ucciso sulla porta di casa. Ha 51 anni e aveva dedicato la sua vita a ridare un futuro ai contadini.
L'applicazione del decreto Gullo con lo scorporamento dei latifondi siciliani avrebbe potuto assestare un colpo pesante al potere della Mafia e fu per questo che produsse uno scontro tra i proprietari terrieri conservatori (spalleggiati dai loro gabellotti mafiosi) e i movimenti contadini guidati dai leader sindacali, tra i quali spiccarono Accursio Miraglia, Placido Rizzotto e Calogero Cangelosi, che vennero barbaramente assassinati dai mafiosi insieme a molti altri capi del movimento contadino che in quegli anni lottarono per la terra negata.
Il delitto di Miraglia, come del resto tutti gli omicidi di dirigenti e militanti del movimento contadino, è rimasto impunito.
Luogo
La città del racconto non è indicata con esattezza ma il delitto viene commesso in una Piazza Garibaldi dominata dai campanili della Matrice. E' presumibile che possa identificarsi con Sciacca, dove viene ucciso Miraglia. Fanno da sfondo al romanzo anche Palermo, Roma, Parma (città di origine del Capitano Bellodi) ma la vicenda in realtà ha luogo … in Sicilia. Forse perché in ogni paese, città della Sicilia sarebbe potuta accadere.

Breve biografia dell'autoreLeonardo Sciascia (Racalmuto, 1921Palermo, 1989) è il primo di tre fratelli. Suo padre è impiegato presso una delle miniere di zolfo della zona e la madre è casalinga, di famiglia artigiana. Durante gli studi superiori a Caltanissetta, presso l'Istituto Magistrale "IX Maggio", incontra Vitaliano Brancati, che insegna nella stessa scuola e che resterà il suo modello e guida nel mondo della cultura.
Nel 1941 si diploma e trova impiego al Consorzio Agrario. Questo gli permette di avere una conoscenza diretta ed intensa del mondo contadino. Al Consorzio lavora fino al 1948.
Dopo vari scritti giovanili, poesie e saggi, nel 1956 pubblica "Le parrocchie di Regalpetra", una narrazione autobiografica dell'esperienza vissuta come maestro nelle scuole elementari del suo paese.
Nel 1957 viene assegnato al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma e in autunno pubblica i tre racconti che vanno sotto il titolo "Gli zii di Sicilia". Dopo un anno torna in Sicilia, a Caltanissetta, e da questo momento inizia il periodo più fecondo della sua produzione letteraria, che comprende romanzi, saggi, opere teatrali.
Nel 1967 si trasferisce a Palermo e nel 1969 inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera.
In effetti la collaborazione di Sciascia è molto intensa ed egli scrive per numerosi giornali e riviste italiane (L'Ora, Il Corriere della Sera, La stampa ...).Alle elezioni comunali di Palermo nel giugno 1975 lo scrittore si candida come indipendente nelle liste del PCI e viene eletto con molte preferenze. Ma 1977 si dimette dalla carica di consigliere del PCI perché contrario al compromesso storico e altre divergenze con il partito. Nel 1979 entra nel partito Radicale e si candida sia al Parlamento europeo sia alla Camera. Viene eletto in entrambe le sedi ed opta per Montecitorio, dove rimarrà fino al 1983 occupandosi quasi esclusivamente dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia.
Nei primi anni '80 allo scrittore viene diagnosticato un tumore al midollo osseo.
Il 10 gennaio 1987, sul Corriere della Sera, Sciascia pubblica l'articolo "I professionisti dell'antimafia", nel quale denuncia il comportamento di alcuni magistrati palermitani del pool antimafia, definendoli "eroi della sesta", i quali a suo parere avrebbero peccato di carrierismo.
L'espressione popolare, di origine milanese, usata da Sciascia, nasce, nei giorni successivi alla Cinque giornate, quando gli aristocratici, borghesi e politici che si erano tenuti ben lontani dagli scontri, si insediano al governo della città dopo la ritirata delle truppe austriache.
In particolare, lo scrittore accusa il giudice Paolo Borsellino di aver vinto il concorso per il posto di Procuratore della Repubblica di Marsala, non per motivi di anzianità di servizio, ma per specifiche e particolari competenze professionali acquisite sul campo, che il Consiglio Superiore della Magistratura gli riconosce particolarmente e che gli valgono il superamento in graduatoria di altri magistrati: “I lettori, comunque, prendano atto che nulla vale più, in Sicilia, per far carriera nella magistratura, del prender parte a processi di stampo mafioso.” Per chi volesse leggere il testo integrale dell'articolo: http://antimafia.altervista.org/sciascia.php
L'articolo suscita la reazione di molte personalità della cultura e della politica e Sciascia viene isolato dalle maggiori forze politiche e culturali. Purtroppo pochissimi anni dopo, nel 1992, tutti poterono constatare quanto alto sia stato il prezzo pagato dal giudice Borsellino per il suo presunto 'carrierismo'.
Leonardo Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989. È sepolto nel cimitero di Racalmuto, suo paese natale; sulla lapide la frase: “Ce ne ricorderemo di questo pianeta”. In un un manoscritto, conservato dalla famiglia, Sciascia scrive: “Ho deciso di farmi scrivere sulla tomba qualcosa di meno personale e di più ameno, e precisamente questa frase di Villiers de l'Isle-Adam (1838 –1889, scrittore e commediografo simbolista francese): 'Ce ne ricorderemo, di questo pianeta'. E così partecipo alla scommessa di Pascal e avverto che una certa attenzione questa terra, questa vita, la meritano.” Sulla scommessa di Pascal: http://it.wikipedia.org/wiki/Scommessa_di_Pascal
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Il silenzio, di Leonardo Sciascia
«LEONARDO SCIASCIA: Due racconti (Il silenzio, L’antimonio)», p.5 de «La Fiera letteraria», domenica 8 febbraio 1959
[ Sono sottolineate le parti, a volte semplici accenti o diversa punteggiatura a volte più sostanziali, che, nell'incipit de Il giorno della civetta, risultano modificate ]

L’autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell’alba, sfilacce di nebbia pendevano dai campanili della Matrice: solo il rombo dell’autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l’autobus si mosse con un rumore di sfasciume, come una casa sull’onda del terremoto. L’ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza, colse l’uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all’autista – un momento – e aprì lo sportello mentre l’autobus ancora si muoveva. Si sentirono due colpi squarcianti: l’uomo vestito di scuro, che stava per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato su per i capelli da una mano invisibile; gli cadde la cartella di mano e sulla cartella lentamente si afflosciò.
Il bigliettaio bestemmiò: la faccia gli era diventata colore di zolfo, tremava. Il venditore di panelle, che era a tre metri dall’uomo caduto, muovendosi come un granchio cominciò ad allontanarsi verso la porta della chiesa. Nell’autobus nessuno si mosse, l’autista era come impietrito, la destra sulla leva del freno e la sinistra sul volante. Il bigliettaio guardò tutte quelle facce che sembravano facce di ciechi, senza sguardo; disse – l’hanno ammazzato – si levò il berretto e cominciò a passarsi la mano sui capelli; bestemmiò ancora.
– I carabinieri – disse l’autista – bisogna chiamare i carabinieri.
Si alzò ed aprì l’altro sportello – ci vado – disse al bigliettaio.
Il bigliettaio guardava il morto e poi i viaggiatori. Ci erano anche donne sull’autobus, vecchie che ogni mattina portavano sacchi di tela bianca, pesantissimi, e ceste piene di uova; le loro vesti nere stingevano odore di trigonella di stallatico di legna bruciata; di solito lastimavano e imprecavano, ora stavano in silenzio, le facce come dissepolte da un silenzio di secoli.
 – Chi è? – domandò il bigliettaio indicando il morto. Nessuno rispose: il bigliettaio bestemmiò, era un bestemmiatore di fama tra i viaggiatori di quella autolinea, bestemmiava con estro: già gli avevano minacciato licenziamento. Era siracusano, in fatto di morti ammazzati aveva poca pratica: una stupida provincia, quella di Siracusa.
Vennero i carabinieri, il maresciallo nero di barba e di sonno. Dall’altro sportello dell’autobus, ad uno ad uno, i viaggiatori cominciarono a scendere; in apparente indolenza, voltandosi indietro come a cercare la distanza giusta per ammirare i campanili, si allontanavano verso i margini della piazza e, dopo un ultimo sguardo, svincolavano. Di quella lenta raggera di fuga il maresciallo e i carabinieri non si accorgevano. Intorno al morto stavano ora un centinaio di persone; il maresciallo ordinò ai carabinieri di far sgombrare la piazza e di far risalire sull’autobus i viaggiatori. I carabinieri cominciarono a spingere i curiosi verso le strade che intorno alla piazza si aprivano, spingevano e chiedevano ai viaggiatori di andare a riprendere il loro posto sull’autobus. Quando la piazza fu vuota, vuoto era anche l’autobus; solo l’autista e il bigliettaio restavano.
– E che – domandò il maresciallo all’autista – non viaggiava nessuno oggi?
– Qualcuno c’era – rispose l’autista con faccia smemorata.
– Qualcuno – disse il maresciallo – vuol dire tre quattro cinque, io non ho mai visto questo autobus partire, che ci fosse un solo posto vuoto.
– Non so – disse l’autista, tutto spremuto nello sforzo di ricordare – non so: qualcuno, dico, così per dire; certo non erano quattro o cinque, erano di più, forse l’autobus era pieno... Io non guardo mai la gente che c’è: mi infilo al mio posto e via... Solo la strada guardo, mi pagano per guardare la strada.
Il maresciallo si passò sulla faccia una mano stirata dai nervi.– Ho capito – disse – tu guardi solo la strada; ma tu – e si voltò inferocito verso il bigliettaio – tu stacchi i biglietti, prendi i soldi, dai il resto: conti le persone e le guardi in faccia... E se non vuoi che te ne faccia ricordare in camera di sicurezza, devi dirmi subito chi c’era sull’autobus, almeno dieci nomi devi dirmeli; da tre anni che fai questa linea, da tre anni ti vedo ogni sera al caffè Italia: il paese lo conosci meglio di me...
– Meglio di lei il paese non può conoscerlo nessuno – disse il bigliettaio, col tono di schermirsi da un complimento.
Va bene – disse il maresciallo sogghignando – prima io e poi tu: va bene; ma io sull’autobus non c’ero, ché ricorderei uno per uno i cinquanta viaggiatori che c’erano; dunque tocca a te, almeno dieci devi nominarmeli.
– Non mi ricordo – disse il bigliettaio – sull’anima di mia madre, non mi ricordo; in questo momento di niente mi ricordo, mi pare che sto sognando.
– Ti sveglio io ti sveglio – s’infuriò il maresciallo – con un paio d’anni di galera ti sveglio... – ma s’interruppe per andare incontro al pretore che veniva. E mentre riferiva al pretore sulla identità del morto e sulla fuga dei viaggiatori, guardando l’autobus, ebbe un lampo di percezione, il senso che qualcosa mancasse o stesse fuori posto: come quando una cosa viene a mancare alle nostre abitudini, una cosa che, per uso o consuetudini, si ferma ai nostri sensi e più non arriva alla mente; e la sua assenza genera un piccolo vuoto smarrimento, come una intermittenza di luce che ci esaspera: finché la cosa che cerchiamo di colpo nella mente si rapprende.
– Manca qualcosa – disse il maresciallo al carabiniere Sposito che, col diploma di ragioneria che aveva, era la colonna della Stazione Carabinieri di S. – Manca qualcosa, o qualcuno...
– Il panellaro – disse il carabiniere Sposito.
– Perdio: il panellaro – esclamò il maresciallo, e pensò delle scuole patrie «non lo danno al primo venuto, il diploma di ragioniere».
Un carabiniere fu mandato di corsa per acchiappare il panellaro: sapeva dove trovarlo, ché di solito, dopo la partenza del primo autobus, andava a vendere le panelle calde nell’atrio delle scuole elementari. Cinque minuti dopo il maresciallo aveva davanti il venditore di panelle: una faccia di uomo sorpreso nel sonno più innocente.
– C’era? – domandò il maresciallo al bigliettaio indicando il panellaro.
– C’era – disse il bigliettaio guardandosi una scarpa.
– Dunque – disse il maresciallo – tu stamattina, come al solito, sei venuto a vendere panelle qui: il primo autobus per Palermo, come al solito...
– Ho la licenza – disse il panellaro.
Non mi importa della licenza – disse il maresciallo alzando al cielo occhi che invocavano pazienza – voglio sapere una cosa sola, me la dici e te ne vai subito a vendere panelle ai ragazzini: chi ha sparato?
– Perché – fece il panellaro – hanno sparato?

Per chi volesse approfondire: http://www.academia.edu/6047377/Lalba_del_giorno_della_civetta_Il_silenzio_di_Sciascia


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Trasposizioni cinematografiche del libro

Il giorno della civetta, film del 1968 diretto da Damiano Damiani, interpretato da Franco Nero (Capitano Bellodi), Claudia Cardinale (Rosa Nicolosi), Lee J. Cobb (Don Mariano Arena), Tano Cimarosa (Zecchinetta), Serge Reggiani (Parrinieddu). David di Donatello del 1968: miglior produttore, migliore attrice protagonista (Claudia Cardinale), miglior attore protagonista (Franco Nero), Targa d'oro a Damiano Damiani

Filmografia
Molti sono i libri di Sciascia da cui sono stati tratti film:
1967 - A ciascuno il suo di Elio Petri (dal romanzo omonimo);
1968 - Il giorno della civetta di Damiano Damiani (dal romanzo omonimo);
1969 - Un caso di coscienza di Giovanni Grimaldi (dal racconto omonimo contenuto ne 'Il mare colore del vino');
1971 - Gioco di società di Giacomo Colli, film per la TV (dal racconto omonimo contenuto ne 'Il mare colore del vino');
1972 - Storia dell'emigrazione di Alessandro Blasetti, film per la TV (dal racconto 'Il lungo viaggio' contenuto ne 'Il mare colore del vino');
1976 - Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi (dal romanzo 'Il contesto');
1976 - Todo modo di Elio Petri (dal romanzo omonimo);
1976 - Una vita venduta di Aldo Florio (dalla novella 'L'antimonio');
1978 - Grand Hotel des Palmes di Memé Perlini (liberamente tratto dal libro 'Atti relativi alla morte di Raymond Roussel');
1982 - Candido di Roberto Guicciardini, film per la TV (dal libro 'Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia') ;
1982 - Western di cose nostre di Pino Passalacqua, film per la TV (dal racconto omonimo contenuto ne 'Il mare colore del vino');
1989 - Gioco di società di Nanni Loy, film per la TV (dal racconto omonimo contenuto ne 'Il mare colore del vino');
1990 - Porte aperte di Gianni Amelio (dal romanzo omonimo);
1990 - Filologia di Giuseppe Gigliorosso, film per la TV (dal racconto omonimo contenuto ne 'Il mare colore del vino');
1991 - Una storia semplice di Emidio Greco (dal romanzo omonimo);
2000 - Ce ne ricorderemo, di questo pianeta. Un sogno di Sciascia in Sicilia di Davide Camarrone e Salvo Cuccia;
2001 - Il consiglio d'Egitto di Emidio Greco (dal romanzo omonimo).

PS ma anche NB - Per questa scheda sono utilizzati materiali vari provenienti da Internet (naturalmente Wikipedia, ma anche altro spesso indicato nel testo. Numerosissimi sono i siti dedicati a Sciascia), dal libro di Sciascia (edizioni varie) e dal testo di Shakespeare (Teatro, ed. Sansoni, 1957).
Molti ed assai rilevanti sono i siti dedicati alla memoria degli avvenimenti e delle vittime di mafia, primo fra tutti il sito dell'Associazione Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie http://www.libera.it/ . E' un sito molto attivo, importante, in cui si trova non solo documentazione per ricordare, ma anche tantissime indicazioni, appuntamenti ed eventi per agire.
L'elaborazione di questa scheda è di Claudia Pantanetti con Arianna Terzi, della LBPGTerzi, e vuole essere solo una raccolta, anche disordinata, di alcuni spunti di meditazione assolutamente libera su Il giorno della civetta. Alcuni spunti … perché il libro ne è ricchissimo. Come, peraltro, tutti i libri!

I siti delle nostre Associazioni:

Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie. Presidio 'Roberto Antiochia' del II Municipio
sito sempre aggiornatissimo, ricco di informazioni e particolarmente dedicato alla diffusione di iniziative sulla legalità

Libera Biblioteca PG Terzi
sito dedicato al 'piacere della lettura', con indicazioni di iniziative e riflessioni su
l mondo dei librihttp://liberabibliotecapgterzi.blogspot.it/ - indirizzo mail: LiberaBibliotecaPGT@gmail.com


martedì 27 gennaio 2015

Bike To School: 30 gennaio!

Care/i tutte/i scaldate i motori... anzi no! Fate una buona prima colazione e in groppa alla vostra bicicletta partite per la scuola.

Gli attivi organizzatori ci informano che:

Venerdi 30 gennaio ci sara' il primo BTS del 2015 nel nostro quartiere adottivo, il II Municipio.

Come consueto l'appuntamento e' alle 7,45 a piazza Bologna, tra via Michele di Lando e via Lorenzo il Magnifico, poi tutti i giovani e meno giovani ciclisti passeranno davanti alla Scuola Falcone e Borsellino di via G. Da Procida, davanti alla fratelli Bandiera e arriveranno scampanellanti alla scuola dell'infanzia e primaria Falcone e Borsellino in via Reggio Calabria.

Su Repubblica un bell'articolo che parla dell'iniziativa
 

domenica 25 gennaio 2015

La Libera Biblioteca PG Terzi circolante: lunedì 26... chiusa per febbrone!

Ci scusiamo con tutti quelli che ci aspettano e più ancora con chi si porterà il peso di libri da scambiare o donarci... ma l'influenza è stata inesorabile!


Ci rivediamo giovedì mattina dalle 8.00 alle 9.00 davanti alla scuola F.lli Bandiera in piazza Ruggero di Sicilia e il prossimo lunedì, sempre dalle 8.00 alle 9.00, davanti alla scuola dell'Infanzia e Primaria Falcone e Borsellino su via Reggio Calabria.


martedì 20 gennaio 2015

Sotto un'altra luce: circolo di letture sulla legalità


Progetto sottoposto dalla LBPGTerzi al Comitato genitori per la rinascita della Biblioteca scolastica Falcone e Borsellino



Per una Biblioteca scolastica nella Scuola materna ed elementare
Falcone e Borsellino

Agli inizi della loro storia le biblioteche scolastiche, e più in generale le biblioteche pubbliche destinate ai bambini, hanno svolto una funzione centrale nel percorso educativo, nell'offerta di strumenti di scelta e di orientamento nell'informazione finalizzati a liberare ogni cittadino dai condizionamenti sociali di nascita verso un pieno godimento dei propri diritti democratici; nella seconda metà del Novecento a questa primaria funzione 'informativa e formativa' si è affiancata una rilevanza ricreativa e sociale nelle biblioteche per ragazzi. Proprio quando la crisi economica e il forte cambiamento del panorama culturale nell'era digitale esigono un ripensamento e una nuova valorizzazione delle biblioteche scolastiche e per ragazzi in questa doppia e primaria funzione informativa e di centro di aggregazione sociale, le biblioteche scolastiche hanno perso i finanziamenti pubblici necessari al loro funzionamento e quelle che resistono, con personale ridottissimo e in condizioni di perenne precarietà, si ergono in un contesto culturale che si sta inaridendo e la cui deriva, da sole, non possono contrastare.
Il nostro quartiere è piuttosto decentrato rispetto alle biblioteche pubbliche per bambini; le due di riferimento, via dei Sardi e Villa Leopardi, non offrono, né per gli orari di apertura né per la loro localizzazione, una facilità di frequentazione che possa rendere familiare l'ambiente di una biblioteca per ragazzi per i bambini della zona di piazza Bologna. In questo contesto, entrambe le biblioteche scolastiche degli Istituti Comprensivi del quartiere, 'Fratelli Bandiera' e 'Falcone e Borsellino' , sono smantellate o inattive.
L'Associazione Libera Biblioteca PG Terzi ha iniziato in questa zona la propria attività di promozione del piacere della lettura, cercando di creare occasioni, anche le meno 'tradizionali' di incontro tra libri e persone e ci è sembrato naturale, conoscendo la condizione del nostro territorio, immaginare di far rinascere la Biblioteca della scuola materna ed elementare Falcone e Borsellino. La conoscenza del Comitato genitori di questa scuola ci ha suggerito di farlo attraverso il coinvolgimento di insegnanti e genitori. L'esperienza della nostra Associazione ci ha insegnato che il 'libro' non è mai solo 'un libro', ma una conversazione, una comunicazione, uno scambio e un'esperienza emozionale e abbiamo anche potuto verificare con tanti bambini che 'la lettura' è in grado di trascinarli e schiudere per loro le porte di meravigliose avventure solamente se si sentono coinvolti in maniera personale ed emotiva. Da questi spunti è nata in noi l'idea che avremmo potuto giocare a nostro comune vantaggio il contesto di partenza: che la crisi, i tagli al personale e ai fondi delle biblioteche, avrebbero potuto darci un'opportunità per ripensare la biblioteca come luogo comune, come bene pubblico. Si avvicinano a noi genitori volenterosi, curiosi, pieni di entusiasmo e ricchi di talento, ciascuno ha qualcosa da donare. Questo è il nostro e vostro ricchissimo patrimonio e vale molto più di uno stanziamento o una nota nel bilancio. Ogni volta che vediamo un adulto, che sia un insegnante, un genitore, un nonno, che dona con passione un momento del suo tempo ad un bambino, per indicargli un passo di un libro o sussurrargli alcune righe, sappiamo che quel libro è entrato nel cuore di quel bambino e insieme alla sua storia gli racconterà ad ogni pagina affetto, attenzione e gli regalerà sicurezza in se stesso. Allestendo noi, con le nostre energie e il nostro entusiasmo, una biblioteca per i bambini di questa scuola stiamo rinnovando questo gesto; coinvolgendo il talento e le competenze dei genitori e degli insegnanti stiamo creando una comunità intorno ad una biblioteca che nasce come luogo di socializzazione.
Quella descritta non è, o almeno non è solo, l'utopia che ha spinto noi dell'Associazione e il Comitato genitori Falcone e Borsellino a pensare di ricostituire la Biblioteca scolastica di questa scuola, ma è pressappoco la traduzione letterale di un articolo pubblicato su “Bibliotèque(s)”1 – Periodico dell'Associazione nazionale francese dei bibliotecari - a proposito di un'esperienza che da anni si è attivata in Giappone.
In quello Stato, che per molti anni non ha sostenuto delle specifiche politiche rivolte alla promozione della lettura dei bambini, negli ultimi anni sono sorti i bunko delle piccole biblioteche private per bambini promosse da personale volontario che occupano luoghi insoliti (panetterie, case private, templi, pescherie...) o sono ospitati in luoghi pubblici (biblioteche o scuole). In questi più di 1.000 'luoghi della lettura', molto diversi per dimensioni e orari di apertura, genitori, insegnanti, bambini e volontari collaborano per garantire servizi di prestito, di pubbliche letture, gruppi di lettura e attività sociali e di promozione culturale. Nati per sopperire alle carenze del sistema pubblico “De fait, les bunko ont fait bien plus que compenser l’absence de bibliothèques publiques2 perché sulla promozione della lettura rivolta ai bambini si sono potute innestare buone pratiche di partecipazione che ne hanno saputo attivare le componenti sociali: intorno ad una piccola raccolta di libri si è creata una comunità.

Il nostro progetto
La Biblioteca che immaginiamo è uno luogo aperto per la scuola e per la società, un “luogo dove soddisfare i bisogni informativi, culturali e ricreativi dei bambini e dei ragazzi della comunità locale3” ma anche in cui docenti e genitori possano collaborare in uno spazio e un tempo di condivisione e partecipazione. Lo spazio di una biblioteca per bambini è certamente un luogo di formazioni per gli insegnanti, ma è anche il luogo in cui lavorare con i genitori e per i genitori, sfruttando un servizio rivolto ai bambini per coinvolgere in iniziative e attività culturali, ricreative e sociali un pubblico molto più ampio. Proprio per questa aspirazione ad aprirsi alla comunità di riferimento e al dialogo con essa, la nostra richiesta è che l'aula destinata ad ospitare la Biblioteca scolastica si trovi al piano terra e sia raggiungibile senza barriere architettoniche anche dall'esterno. Che l'orario di apertura agli utenti permetta alle classi di servirsi della Biblioteca, accompagnate dai propri docenti con cui si stabiliranno modalità di collaborazione e si potranno realizzare progetti di promozione della lettura, ma che nel tempo venga valutata seriamente l'ipotesi di prolungare l'orario di apertura così da permettere a bambini e genitori della scuola e del quartiere di poter godere della Biblioteca, scegliere, leggere, ascoltare libri, fruire del prestito, di laboratori, attività e corsi...

Modalità
La Biblioteca di istituto della Scuola dell'infanzia ed elementare Falcone e Borsellino è stata nel corso degli anni smantellata per fare spazio all'aula informatica, la raccolta di volumi -per ora numericamente non valutabile- è stata distribuita tra le classi o dispersa; per le informazioni a nostra conoscenza il progetto deve prevedere un allestimento ex novo. La LBPGT, che comprende tra le sue socie fondatrici bibliotecarie, libraie ed esperte in letteratura dell'infanzia, si offre per progettare e realizzare l'allestimento della biblioteca, l'aggiornamento del personale bibliotecario sotto l'aspetto amministrativo gestionale e della promozione della lettura, il coordinamento di personale volontario e la gestione diretta della Biblioteca d'istituto.
La LBPGT terrà aperta al pubblico una mattina a settimana o con un orario prolungato con l'ausilio di genitori volontari, la Biblioteca scolastica e ne promuoverà l'uso anche attraverso giochi, cacce al tesoro o progetti mirati per bambini per imparare ludicamente a muoversi tra gli scaffali e a trovare informazioni in una biblioteca.

Costi
A seguito di studi e confronti con consulenti specialisti del ramo valuteremmo in circa 5.000-6.000 la spesa necessaria per riattivare la biblioteca con la dotazione di libri, materiali, arredi e strumentazioni informatiche, escludendo del tutto i costi di personale dedicato.
Questa è una cifra realistica, ma inarrivabile. Molto si può fare con molto meno, sopperendo con la fantasia e l'entusiamo. Come spesso si scrive nei saggi di biblioteconomia, entrando in una biblioteca ciò che conta a volte per favorire la curiosità verso i libri e l'interesse per la lettura è la prima impressione che si ha varcando la soglia... e non c'è una seconda possibilità per modificarla. Cosa rende positiva allora questa prima impressione? L'accoglienza che si riceve: dal personale e dall'atmosfera. Non sempre luoghi superprogettati hanno per questo un'atmosfera gradevole; la nostra biblioteca che, non ci illudiamo, non avrà mai a disposizione un alto budget, avrà però certo dalla sua uno spirito unico con cui sarà gestita, quello dell'amore di tanti adulti verso i propri bambini e verso la propria comunità, e noi che più professionalmente ci dedicheremo a progettarla tenteremo ogni soluzione possibile per riuscire a costruire uno spazio intorno ai bisogni dei bambini e degli adulti utenti4.
Spazi
Uno spazio in cui sia possibile consultare i libri, uno spazio in cui sia possibile muoversi e leggere in libertà, uno spazio in cui usare i computer, uno spazio per lo studio, uno spazio di socializzazione, uno spazio condiviso per genitori e bambini, uno spazio dedicato alle attività e ai laboratori... tutto questo e molto altro è contenuto nella nostra Biblioteca ideale. Non potendo però disporre di decine i metri quadrati, tenteremo di ricreare questi spazi con un uso saggio di arredi modulari e di 'spazi flessibili'5. Questi spazi devono innanzitutto rispondere a criteri di accessibilità, semplicità ed efficienza perché i bambini possano toccare, scegliere e 'usare' la Biblioteca in autonomia.
Sarà prevista una distinzione in aree: una sezione per i bambini in età prescolare (0-5 anni) e una per i bambini dai 6 agli 11 anni. Inoltre per favorire il coinvolgimento degli adulti desideriamo dedicare alcuni scaffali a libri 'per la famiglia' (educazione, alimentazione, sanità, genitorialità...) , alla letteratura per adulti e al 'bookcrossing'.
I più piccoli (0-5 anni)
La scaffalatura destinata ai libri per i bambini più piccoli può essere sostituita egregiamente da scatoloni in cartone o legno da posizionarsi a terra che permettano una visione frontale delle copertine dei libri, disposizione consigliata proprio per questa categoria di fruitori.
Ci potranno essere tavoli sedie, anch'essi forse in dotazione della Scuola, ma forse più indispensabili saranno tappeti e grandi cuscini a terra che potranno essere acquistati a costi contenuti per creare una superficie calda e fonoassorbente e modificabile. I più piccoli dovranno poter creare lo spazio che li circonda modellandolo intorno al loro corpo e al proprio movimento, avere angoli tranquilli di lettura, di gioco, spazi in cui accoccolarsi insieme ad un genitore ascoltando un racconto...
Giovani lettori (6-11 anni)
Immaginare uno spazio per i bambini di questa fascia di età non può prescindere dal contemplare tutti i diversi stimoli e le curiosità caratteristiche di questa età e al tempo stesso dare l'idea di uno spazio 'altro', non rigido e 'non scolastico'. Se ancora per questi utenti la modalità di lettura preferita può essere a terra o su puff, nasce anche l'esigenza di tavoli per attività diverse, individuali o collettive, e postazioni computer in cui poter fare ricerche. La scaffalatura sarà invece certamente di tipo più 'tradizionale', con la disposizione dei libri con la costa in vista.
Per una biblioteca scolastica ai suoi esordi può essere sufficiente anche solo una scaffalatura che garantisca uno sviluppo di 8 metri lineari di libri6 possibilmente contenuti entro i 150 cm di altezza così da permettere ai bambini di raggiungere in sicurezza ogni volume. Naturalmente è necessario che lo scaffale risponda a tutte le garanzie di sicurezza richieste per i materiali scolastici7, ma non è inverosimile pensare che un simile arredo si possa trovare ancora nella disponibilità della Scuola.
Due postazioni per computer e una stampante saranno invece da considerarsi necessarie (una destinata al personale e una, almeno, all'utenza).
Adulti
Il coinvolgimento degli adulti in una biblioteca per bambini fa parte di un servizio che si rende agli stessi ragazzi: promuovere l'importanza della lettura presso i genitori è fondamentale per ottenere che gli stessi bambini 'si affezionino' ai libri; condividendo il piacere di leggere insieme sapranno stabilire un'intesa emotiva che rafforzerà la loro relazione: “l'adulto che legge un libro offre al piccolo lettore notevoli esperienze affettive, psichiche e linguistiche, ma allo stesso tempo, grazie al libro e alle emozioni che scatena, l'adulto comprende più a fondo la personalità del bambino riusciendo così a condividerne il piacere”8. Inoltre si riuscirà a conquistare utenti che per provenienza sociale o culturale difficilmente si sarebbero rivolti ad una Biblioteca senza la spinta dei propri bambini. In questo particolare tipo di Biblioteca però gli adulti non saranno solo degli 'utenti accessori', ma rappresenteranno una risorsa importante per la vita stessa della Biblioteca: uno staff di genitori volontari darà assistenza, dopo una breve formazione, alle attività della Biblioteca, ma in ogni modo si vorrà dare voce ai bisogni ricreativi e intellettuali dell'intera comunità cittadina che ruota intorno alla scuola Falcone e Borsellino. Compatibilmente con il budget disponibile si potrà fornire a questa utenza un'emeroteca, libri, attività di bookcrossing... ma si richiederà soprattutto da quest'utenza un forte contributo di idee e proposte!
Collezioni
Se con soluzioni creative possiamo abbattere notevolmente i costi di alcuni allestimenti per la Biblioteca non possiamo però transigere sul numero minimo e la qualità delle collezioni di libri che, in fondo, sono la ragione stessa dell'esistenza di una Biblioteca. L'IFLA stabilisce in 2/3 volumi per abitante la dotazione minima di una Biblioteca pubblica: estendendo questo dato alla 'popolazione' della Scuola materna ed elementare Falcone e Borsellino dovremmo stabilire una dotazione 'di base' di 1000 volumi9.
Alcune centinaia di libri sono stati raccolti grazie al Mercatino organizzato dal Comitato genitori, ma la maggior parte di questi sono volumi adatti per un'età prescolare (essendo stati donati da bambini 'che non li leggevano più'). Riteniamo dunque verosimile che andrebbe finanziato l'acquisto iniziale minimo di almeno un centinaio di volumi per ragazzi dai 6 agli 11 anni, per una somma di circa 1.500 euro. E che annualmente andrebbe garantito un budget per i nuovi acquisti nella misura di circa 600-800 euro.
La possibilità di avvalersi di sponsor o finanziatori, di ricevere donazioni di libri da persone o enti, di selezionare i volumi ricevuti riservandosi di vendere i materiali non idonei alla consultazione (ad esempio Libri ad uso individuale -albi da colorare, libri puzzle...- o Libri di difficile manutenzione -pop-up, a spirale...- o doppie copie di alcune tipologie di libri) per ricavarne fondi da destinare ai nuovi acquisti, potrebbe ridurre anche questa voce del bilancio.
Mentre per quanto riguarda un'emeroteca dedicata ai ragazzi, la deperibilità dei materiali, la scarsa appetibilità dell'editoria specifica, ci fa preferire l'ipotesi di costituire con abbonamenti on-line e risorse digitali gratuite una sezione di biblioteca digitale dedicata ai bambini che offra già alcune risorse utili ad un uso consapevole della rete e all'orientamento della ricerca on-line.
Nel tempo si potrà valturale l'eventualità di acquisite materiali di altra tipologia (DVD, CD...) per attivare una piccola Mediateca, ma allo stato attuale riteniamo che con un budget ridotto sarebbe più opportuno concentrarsi su selezionate collezioni cartacee e su una forte spinta al coinvolgimento dei giovani lettori.
La catalogazione e la collocazione dei libri
Il principio che deve guidare la disposizione dei libri di una Biblioteca per bambini è quello di ottenere la loro maggiore autonomia possibile nella scelta e nella consultazione dei materiali. Necessariamente i libri si troveranno in cassette e scaffali 'aperti' e la loro distribuzione, divisa per le macro-aree 0-5 anni e 6-11 anni, risponderà per i più piccoli a criteri tematici: libri attinenti ad argomenti simili cioè saranno accostati per favorire la libera ricerca dei bambini. Si ricorrerà per questa sezione alla soluzione escogitata in molte Biblioteche per ragazzi di affiancare alla catalogazione 'ordinaria' un sistema di icone o colori per evidenziare sulla costa l'appartenzenza del libro a questa o quella 'area tematica' (ad esempio: libri in rima, fantascenza, animali, società...) selezionando il sistema adottato nelle Biblioteche di riferimento per la nostra zona. Sarà molto importante dare continuità ai sistemi di classificazione e collocazione adottati nella Biblioteca scolastica della sezione delle Medie della Falcone e Borsellino, così che i bambini possano già familiarizzare con i sistemi che troveranno adottati nel ciclo successivo di studi. Vorremmo inoltre rapportarci anche a quanto adottato nelle Biblioteche per ragazzi del Comune di Roma. Sebbene non sembri per ora attuabile un'integrazione della catalogazione (il sistema delle Biblioteche di Roma adotta un sofware proprietario troppo oneroso per una Biblioteca scolastica), questo non dovrebbe impedirci di adottare la medesima catalogazione Dewey semplificata per i materiali e di assorbire la distinzione per aree tematiche e i relativi simboli adottati dalle Biblioteche del Comune di Roma.
Riteniamo infatti che sia importante sviluppare fin da subito una prospettiva 'di rete', di creare le condizioni per una continuità nella catalogazione e disposizione dei volumi con le Biblioteche per ragazzi più vicine, in un'ottica di possibili collaborazioni future, ma soprattutto per favorire nei bambini una familiarità con i principi della catalogazione quanto più uniformi tra gli Istituti a loro prossimi rendendoli presto capaci e autonomi nella ricerca.
La Biblioteca della scuola elementare e materna si aprirà al confronto e alla collaborazione costante con la Biblioteca delle medie per creare una continuità nei metodi, nell'approccio e nelle risorse.
Attrezzatura e dotazioni informatiche, hardware e software
Sarà necessario disporre di almeno due postazioni computer (una destinata al personale e una, almeno, all'utenza) complete di monitor, tastiera, hardware e mouse. Sarebbe consigliabile avere almeno una stampante per necessità di servizio (stampare ad esempio le etichette) o di utilizzo da parte dell'utenza (poter stampare il risultato di una ricerca...) e nel corso nel tempo si potrà rendere necessario l'acquisto di un lettore di codice a barre.
La dotazione di software per la gestione amministrativa (dall'inventario al prestito) e di catalogazione dei beni della Biblioteca sarà invece probabilmente risolta con l'utilizzo dell'applicativo Winiride distribuito gratuitamente alle scuole attraverso il Ministero dell'Istruzione. Si tratta di un sistema che permette di implementare la scheda descrittiva con informazioni aggiuntive così da incoraggiare una gestione integrata del patrimonio con il coinvolgimento degli utenti e degli insegnanti che potranno sottoporre note, informazioni storico-biografiche o recensioni da aggiungere alle essenziali informazioni catalografiche. Inoltre è possibile con questo programma procedere ad una catalogazione derivata 'catturando' i dati descrittivi già esistenti nel Sistema Bibliotecario Nazionale o in altri ambiti catalografici, modalità che permetterebbe anche a personale non esperto di acquisire e gestire schede descrittive.
Personale
Se le spese 'vive' della Biblioteca scolastica sembrano, in presenza di due postazioni e una scaffalatura, ridursi a quelle per l'acquisto di libri (e anche queste si potrebbero contenere con ulteriori, ma selezionate, donazioni); resta fuori da questo preventivo di progetto ogni voce che riguardi il personale, ovvero le persone addette alla gestione del patrimonio librario, della sua valorizzazione e in generale di coloro che, spesso, fanno la differenza tra un polveroso deposito di libri e un luogo accogliente e stimolante.
La Libera Biblioteca PG Terzi, seguendo la propria vocazione alla promozione del piacere della lettura e alla ricerca continua di nuove opportunità perché quante più persone si possano avvicinare ai libri e scoprirne la ricchezza, si rende disponibile per avviare ed assistere in ogni fase del suo sviluppo il progetto di ri-allestimento della Biblioteca della Scuola Falcone e Borsellino senza alcuna spesa che sia a carico dell'Istituto scolastico. La scuola forse potrà avvalersi di docenti non idonei all'insegnamento che per motivi di salute hanno ottenuto il distacco e che potranno svolgere con passione in nuovo ruolo di bibliotecari; certamente avrà il contributo della nostra Associazione e di tutti quei genitori e cittadini che a titolo volontario vorranno aiutare a mantenere viva e aperta la Biblioteca.


un progetto dell'Associazione Libera Biblioteca PG Terzi
realizzato in collaborazione
con la dirigenza, gli insegnanti dell'IC
e il Comitato genitori Falcone e Borsellino


Roma, 20 gennaio 2015


Libera Biblioteca PG Terzi
per promuovere il piacere della lettura
Contatti: liberabibliotecapgt@gmail.com e cell. 3334369166

1 Kiichiro Takahashi, Bunko story. Les bibliothèques jeunesse privées du Japon. “Bibliothèque(s) - Revue de l’association des Bibliothécaires de France”, 61 (mars 2012), pp. 26-30; cfr. Anche Marie Ichikawa, Les bèbès lecteurs au Japon : politiques, services, collections, “Diplòme de conservateur de bibliothèques. Mémoire d'étude. Janvier 2005” pubbl. On-line (http://www.enssib.fr/bibliotheque-numerique/documents/620-les-bebes-lecteurs-au-japon.pdf)
2 Kiichiro Takahashi, Bunko story cit. p.
3 IFLA (International Federation of Library Associations), Linee guida per i servizi bibliotecari per ragazzi, trad. it. Di L. Tarantello, Roma, AIB, 2004, p. 3
4Caterina Ramonda, La biblioteca per ragazzi, Milano, Ed. Bibliografica, 2013, p. 53
5Antonella Agnoli, Biblioteca per ragazzi, Milano, Ed. Bibliografica, 1999, in part. alle pp. 38 e ss.
6 Stabilita convenzionalmente una corrispondenza di circa 35 libri per metro lineare.
7 Mentre consideriamo per il momento trascurabile l'aspetto più propriamente biblioteconomico relativo alla scelta di scaffalature in metallo ai fini di una migliore conservazione dei libri.
8 Francesca Archinto Babled, Le ragioni dei bebés lecteurs: il ruolo delle associazioni e delle biblioteche francesi per favorire l'incontro dei bambini più piccoli con il libro, “Sfoglialibro”. 2, pp. 31-36, p. 32
9 Biblioteche per bambini e ragazzi: costruzione, gestione e promozione delle raccolte, a cura di Giovanna Malgaroli, Roma, AIB, 2000, in part. alle pp. 27 e ss.