martedì 1 maggio 2018

EDOARDO NESI Storia della mia gente / 1° maggio

Stiamo leggendo, per il Circolo di lettura della LBPGTerzi, Storia della mia gente di Edoardo Nesi.
Riportiamo volentieri un brano dal libro:

“Vedi il Ceccato
[funzionario della ASL] che indica un filo penzoloni a uno dei lavoranti [cinesi] e gli spiega che è pericoloso, che è molto pericoloso, e finalmente ti accorgi che negli sguardi, nelle espressioni del volto, nelle parole e negli atti degli uomini e delle donne della polizia, dei vigili del fuoco, della polizia municipale, della guardia di finanza, dell'ASL che sono entrati con te nel capannone non c'è rabbia, non c'è disprezzo, non c'è freddezza. Non c'è nemmeno il distacco che l'abitudine a questi spettacoli ti forzerebbe ad assumere.
Ti pare invece che lavorino accompagnati da qualcosa che somiglia molto all'orgoglio, scortati dalla consapevolezza d'essere l'ultimo anello della catena di un sistema di valori del quale è giusto avere rispetto e persino andare fieri, e che finisce per concretarsi in uno dei pochi principi che ancora oggi ci trova tutti d'accordo e pertanto ci definisce, noi occidentali: la condivisione della profonda giustizia che sta alla base delle idee che hanno contribuito a formare la nostra legislazione del lavoro, quel vecchio arnese consunto e splendente che nacque proprio in reazione al mostruoso sfruttamento delle persone che ho davanti agli occhi, e che ha ormai quasi duecento anni, e, pur lungi dall'essere perfetto, da duecento anni si sposta lentamente ma inesorabilmente nella direzione di garantire maggiori diritti a chi lavora, e stabilisce che un diritto negato è un diritto anche se nessuno protesta. E va difeso. Sempre.
Ti chiedi se, alla fine, non sia proprio questo il regalo che l'Occidente del XX secolo - quell'immane, irresponsabile, crudele e divertentissimo casino senza regole in cui sei cresciuto - consegna al mondo, l'estrema sintesi di tutto ciò che è riuscito a costruire, e ti volti verso il muro perché non ti vedano mentre ti commuovi, scemo che non sei altro, e preghi che la nostra gente vorrà continuare a essere sempre all'altezza del tesoro di valori e di futuro che si incarna nella Costituzione, e non smetta mai di sforzarsi di capire questa realtà dura come il diamante e semplice come il pane, di comprendere e di tollerare, sempre. Perché non c'e alternativa. L'alternativa è l'incubo.”


Oggi, 1° maggio, i sindacati confederali hanno partecipato alle manifestazioni organizzate in Piazza Mercatale a Prato per ribadire la dignità e il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Una sicurezza che deve essere garantita a tutti i lavoratori in quanto persone, senza distinzione di nazione di appartenenza, sesso, religione, ...
Auguriamo a tutti, per ogni giorno dell'anno, per ogni anno, un buon 1° maggio, una bella festa del lavoro