lunedì 28 maggio 2018

I MIGLIORI LUOGHI DOVE LEGGERE A ROMA, OLTRE CASA PROPRIA! - 2

Seconda puntata, nella speranza che non vi sia dispiaciuta la prima, dei luoghi del Centro storico di Roma, in cui trovare un legame forte, qui direi fortissimo, tra arte e letteratura. Qui potete leggervi, percorrendo le pietre e i gradini, di tutto: dai nostri poeti più amati al fiore dei poeti inglesi, dal primo saggio moderno sulle storie di Roma, ai romanzi più romantici. Niente stonerà!

La SCALINATA DI TRINITÀ DEI MONTI
Piazza di Spagna

La scalinata più amata di Roma ed anche, in assoluto, la più letteraria del mondo, gli Spanish Steps che vanno sempre cercando i turisti stranieri (mi raccomando, da non confondersi con la Cordonata del Campidoglio - credetemi, succede spesso!! -), è stata regalata alla città nella sua forma oggi sotto gli occhi di tutti, quasi per caso. Il progetto della fontana fu scelto fra mille altri perché, comunque bello, era il meno costoso. Quello della scalinata di Francesco De Sanctis fu scelto, come dice Silvio Negro, grande cultore di Roma, per 'miracolo'. Leggete e saprete! L'area in cui nel '700 sorge la scalinata era fino ad allora dirupo e stradicciole sterrate.


da qui

Sarà un cielo chiaro.
S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane
– sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.

Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu – ferma e chiara.


28 marzo 1950 Cesare Pavese (1908-1950) da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, (Torino, Einaudi, 1951)

La poesia di Pavese ci introduce a parlare brevemente della piazza dalla quale si eleva la scalinata e che deve il suo nome dalla presenza del Palazzo di Spagna, che è sede dell'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede. Nel centro della piazza è la bellissima fontana della Barcaccia (1626-1629) commissionata da Urbano VIII Barberini a Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo. Che famiglia! Ha subito vari danneggiamenti e vari restauri! (Accidenti accidentaccio, cari turisti, per favore, abbiate amore e rispetto per le belle cose che venite a vedere in questo nostro centro storico! Sono anche vostre, sono nel vostro DNA!).
A destra della scalinata è la Keats-Shelley House, l’ultima dimora di John Keats (1795–1821). Ne parleremo più diffusamente dopo. Al civico 31 nel Palazzetto dei Borgognoni è la Casa Museo di Giorgio de Chirico (1888-1978), che conserva numerose opere del pittore (Aperto su appuntamento con prenotazione obbligatoria da martedì a sabato e la prima domenica del mese con ingressi alle h 10, 11, 12. Tel 06 6796546). Infine, verso via Frattina, è il seicentesco Palazzo di Propaganda Fide, proprietà del Vaticano. Il prospetto verso la piazza è del Bernini, quello laterale, su via di Propaganda, è del Borromini. Andate a vedere quale dei due architetti, il cui lavoro si è intrecciato continuamente, è quello che è più sulle vostre corde! Il palazzo, che Zola tanto bene descrive nel suo Roma, è da sempre sede della potente Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede, che si occupa ininterrottamente dal 1622 della evangelizzazione dei popoli (Attualmente chiuso per restauri. Tel 06 69880266). Di fronte si erge la colonna dell'Immacolata Concezione:

da qui
Anno 1854 - Dicembre
Mercoledì 27
In questi giorni è principiato il trasporto della colonna, che giaceva da tanti anni nel cortile del palazzo di Monte Citorio e che ora si deve innalzare in Piazza di Spagna, in faccia al Collegio di Propaganda, in memoria della dichiarazione del dogma dell'Immacolata Concezione della B. Vergine.
Sabato 30 La colonna, giunta al suo destino, è stata collocata nella cosiddetta piazza Mignanelli, ove subirà gli opportuni restauri


dal Diario 1830-1855 del Principe Agostino Chigi

Infine non dimenticate di dare un'occhiata, in cima alla scalinata a destra, a segnare l'origine di Via Gregoria e di Via Sistina, il bellissimo Palazzetto Zuccari, la residenza prescelta da un giovane di bell’aspetto e di belle speranze di nome Andrea Sperelli che sospira dalle pagine de Il Piacere di Gabriele D’Annunzio


da qui
«L’anno moriva, assai dolcemente. Il sole di San Silvestro spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose come nelle domeniche di maggio. Su la piazza Barberini, su la piazza di Spagna una moltitudine di vetture passava in corsa traversando; e dalle due piazze il romorio confuso e continuo, salendo alla Trinità de' Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle stanze del palazzo Zuccari, attenuato. Le stanze andavansi empiendo a poco a poco del profumo ch'esalavan ne' vasi i fiori freschi [...] Andrea Sperelli aspettava nelle sue stanze un'amante. Tutte le cose a torno rivelavano infatti una special cura d'amore».

Incipit de Il Piacere, di Gabriele D'Annunzio (Milano, Fratelli Treves, 1894)

Il problema della piazza è il grosso dislivello, che comunque si sentiva la necessità di colmare, tra la parte alta, dove giungevano le importanti vie Gregoriana e Sistina e dove sorgeva la Chiesa della Trinità dei Monti, e la zona in basso, piena di importanti palazzi e vero cuore della città. Già nella metà del '500 si comincia a pensare ad una soluzione. Acquistato il terreno dal demanio pontificio, l'idea (siamo ormai nella seconda metà del '500) è quella di realizzare una scalinata come quella dell'Aracoeli.
Ma per circa 100 anni tutto si ferma fino a quando il diplomatico francese Stefano Gueffier (rendiamogliene gloria!) fa un lascito destinato alla costruzione dell’opera. Compaiono numerosi progetti e fra questi uno della bottega di Gian Lorenzo Bernini, che prevede un alternarsi di linee concave e convesse e le rampe convergenti.
Le cose però si complicano perché sia lo Stato della Chiesa sia la Francia rivendicano il possesso dell'area. Evidentemente l’acquisto non era stato ben perfezionato!
Solo nella prima metà del '700 viene scelto con concorso un progetto, quello di De Sanctis, non troppo dissimile da quello del Bernini, che mette d'accordo tutti: i proprietari francesi dell'area e il papa Innocenzo XIII, che ottiene che la scalinata non rechi un numero eccessivo di simboli francesi. Una vera fortuna e ‘miracolo’ che sia scelto proprio il suo progetto, visto che forse le considerazioni ‘politiche’ devono aver pesato di più di quelle estetiche. La scalinata viene terminata nel 1726. A Francesco De Sanctis (1679-1731), architetto geometra e agrimensore dei frati che reggevano la chiesa di Trinità dei Monti, non si ascrivono altri progetti notevoli. Ma in assoluto la sua opera maggiore basta a dargli fama eterna. Nell'Ottocento la scalinata era il luogo dove i pittori romani e stranieri potevano incontrare modelle e modelli per i loro ritratti.
È da sempre, proprio da sempre, fin dal '700, meta di incontri, passeggio, relax. E sorge nel cuore di quella che era la zona preferita dai giovani stranieri che arrivavano a Roma per il Gran Tour: non semplice turismo ma formazione della propria personalità a contatto con le pietre, l'acqua, i cieli di questa città. Arrivavano giovani in corso di istruzione, partivano poeti, scrittori, pittori, architetti, ...
Dunque, anche per il fatto di essere uno dei monumenti più amati da romani e turisti, vediamo come visitarla al meglio. Ecco i nostri suggerimenti. Per il primo mutuiamo l'indicazione che ci fornisce Silvio Negro nel suo notissimo libro, uno dei primi saggi dedicati alle storie della città:

Il Colosseo è certamente più famoso, ma la scalea di travertino che sale, tutta in vista, dalla barcaccia di Pietro Bernini all'aerea piazzetta della Trinità dei Monti, con la varietà festosa dei suoi elementi, con quel suo dolce andamento monumentale e intimo, con quel nobile tono del travertino affinato dalla pioggia e dal sole, è forse il pezzo più amato di tutta Roma. È sempre bella, ma non crediamo che possa essere più bella di quando la si contempla, in una giornata di sole e di cielo mosso, da piazza Nicosia, in fondo al cannocchiale formato da Via Condotti e da via Fontanella di Borghese.

da Roma, non basta una vita, di Silvio Negro <1897-1959> (Vicenza, Neri Pozza, 1962)

Pertanto vi suggeriamo di farvi questa passeggiata, tutta rigorosamente in piano e dritta dritta e che, durante il percorso, vi avvicinerà a palazzi e monumenti illustri (Palazzo Borghese, Palazzo Ruspoli Bonaparte, la recentissima scultura – 2017 - di Giuseppe Penone in largo Carlo Goldoni). Via via vedrete la scalinata sempre più monumentale ma che sempre coniuga, in maniera incomparabile, bellezza, funzionalità e, in certo qual modo, intimità. Quanto al cielo ‘mosso’ di cui scrive Negro, è il cielo, che ogni tanto si ha la fortuna di vedere, pieno di nuvole agitate e di azzurro intensissimo che si ritrova in mille e mille dipinti ispirati ai monumenti di Roma.

Secondo suggerimento. Un modo certamente alternativo di ammirare la scalinata è quello di concedersi una visita alla Keats-Shelley House (Piazza di Spagna 26. Aperto da lunedì a sabato h 10-13/14-18, domenica chiuso. Tel 06 6784235). Questa è l'affascinante casa dove visse e morì nel 1821 John Keats, uno dei maggiori poeti romantici inglesi. Aperta alle visite già dal 1909, questa casa-museo, il cui arredamento si è fermato nel tempo con le sue boiserie e le sue mattonelle esagonali bianche, rosse o nere - che sono ancora in tante case del centro storico - ospita quadri, sculture, oggetti particolari e una ricca biblioteca con manoscritti, prime edizioni delle opere di Keats, Percy Bysshe Shelley e Lord Byron e altri, specializzata in letteratura romantica. Vi si aprirà un mondo sulla cultura anglosassone e … vi si apriranno le finestre sulla vista spettacolare della scalinata. La vedrete come la videro gli illustri ospiti dell'ottocento. Bello, non vi pare?