martedì 21 ottobre 2014

Di letture ascoltate ed altre storie...

Una bella persona, forte come la propria stretta di mano, mi ha fatto un graditissimo regalo: l'edizione in audiolibro de Il buio oltre la siepe di Harper Lee, letto da Alba Rohrwacher, pubblicato dalla Emons, una casa editrice interessantissima. Non avevo mai ascoltato un libro, o meglio non negli ultimi 30 anni..., ed ero sinceramente incuriosita di cosa avrei provato. L'ho scaricato sul mio I-pod e, a letto, l'ho ascoltato in compagnia. Che curiosa e piacevole sensazione è stata! In primo luogo ho capito che conoscere i tratti del volto di chi stava leggendo quella storia era per me molto importante; non perché provassi l'ebbrezza di una VIP nel mio letto, ma perché se l'autore desidero che resti per me anonimo, la lettura ha sempre una voce: da quando sono in grado di leggere, quella voce nella mia mente è la mia; ma se qualcuno mi fa il grande onore di leggere per me, a me fa piacere poterne immaginare le espressioni mentre lo fa. Che sia la bravissima Alba o la signora che vende gomitoli di lana all'angolo della strada, non è molto differente, purché lo sappia fare così bene e che io conosca il suo volto, la sua fisionomia.
 La seconda straniante sensazione in cui mi sono trovata immersa è stato un improvviso timore, simile a quello che mi capita di provare davanti ad un film del quale non abbia letto ogni recensione. Ad ogni nuovo fotogramma potrei trovarmi di fronte ad una scena per la quale non sono preparata, essere esposta ad immagini violente che non desidero vedere. Davanti ad un film non hai ripari se non quello delle tue dita intrecciate davanti agli occhi che, ammetterete, sono un pò ridicole per i miei quasi quarant'anni. Mi domando dunque, mentre Alba mi descrive la provincia americana in cui cresce la protagonista del libro, quando leggo, baro? Scorro velocemente le righe che seguono e anticipo inconsciamente di alcuni passi la storia? Perché questa sensazione di apprensione adesso? Mi rispondo che no, non ho il tempo leggendo per me di precorrere le righe, ma è un'abitudine che ho da quando leggo per i miei figli. Mi permetto di censurare alcuni episodi o frasi, per adattare le storie a quelle presumo siano le loro capacità di comprensione, la loro sensibilità e la morale che andiamo costruendo in famiglia. Alba continua a leggere, la seguo mentre in un angolo della mia testa concludo che deve essere proprio così: io preparo in qualche modo la lettura per i miei bambini. E, senza che mi accorga del non-senso, del corto circuito mentale di ciò che avviene, la conclusione mi pacifica e mi rassereno pensando che lei sta leggendo per me, ed io a lei mi affido.
Pochi minuti di lettura ascoltata hanno suscitato in me sentimenti profondi e richiamato assi di relazioni centrali, tanto da farmi arrivare a sentirmi affidata a colei che legge, a sentirmene in balìa e protetta. C'è da domandarsi quali siano i benefici inconsci prodotti dall'ascolto di una storia?!!