martedì 14 aprile 2015

Un Roberto Riccardi Undercover? al Liceo Machiavelli di Roma

19 marzo, al Liceo Machiavelli, gli studenti, le Associazioni, le docenti che partecipano al Circolo di Lettura Sotto un'altra luce, per leggere i temi della legalità, incontrano Roberto Riccardi e... rimangono rapiti. L'autore di Undercover, un romanzo noir proposto per la lettura incentrato sulla figura di un agente infiltrato e sulla complessa trama delle sue investigazioni, si presenta nelle vesti di un colonnello dell'Arma dei Carabinieri in borghese, in quelle di un giovane e talentuoso scrittore e di un affabulatore patentato che ci tiene in ostaggio per due ore. Scopriamo così dove è nata la sua vena creativa e come, con grande disciplina, riesca ad alimentarla quotidianamente mentre conduce un lavoro assolutamente coinvolgente e di responsabilità. Percepiamo il suo amore per la lettura, per la vita che affronta inseguendo la risposta ad una semplice domanda. 'Perché no?' Una domanda semplice e martellante che credo da allora attraversi spesso i pensieri di chi lo ha ascoltato raccontarsi, con la misura della propria parola e la passione della propria esperienza. Perché no? Perché non vivere la vita? Perché non scoprirsi migliori di quanto si pensa di essere? Quanto vale quest'insegnamento per un adolescente?, mi chiedo. Quanto vale oggi, in un'epoca chiamata da alcuni illustri psichiatri 'l'epoca delle passioni tristi', un'età senza ideali, un'età senza battaglie, un'età soprattutto di sfiducia e di rassegnazione di fronte al proprio futuro per tanti giovani?
Perché non scrivere? Perché non appuntire quest'arma al servizio della sua personale, professionale battaglia contro l'illegalità. Questo si è chiesto un giorno Roberto Riccardi e Perché no? si deve essere risposto. Stiamo ancora riflettendo sull'eco delle sue parole, sulle domande che ha rivolto agli stessi studenti per sollecitare un dialogo che giunge inaspettata un'altra frase detta con la stessa disarmante semplicità: 'La guerra non si vince con la repressione, si vince con la cultura'. E noi, forse lo percepiamo solo noi più grandi, sentiamo che di questo autore che squaderna ogni preconcetto mostrandoci la sua modestia e la sua forza, il rigore e la passione, la professione e la creatività riusciamo finalmente a cogliere la sintesi: la scrittura è una sua missione, oltre che una passione, è il completamento della propria scelta di vita. La sua è davvero una scrittura militante. Le parole che Riccardi scrive sono semi gettati sul terreno e il suo genuino interesse per gli incontri con le scolaresche, i laboratori di scrittura creativa, le presentazioni che ama fare in giro per l'Italia, sono un modo per vedere se questi semi stanno attecchendo e continuare a preparare il terreno perché i ragazzi accolgano parole che parlano di onestà, di fiducia, di memoria, di coraggio. Noi guardiamo i ragazzi che lo ascoltano e ci chiediamo per quanti di loro questo pomeriggio avrà segnato un ricordo importante e indelebile con la certezza che i semi attecchiranno se ci sarà qualcuno a gettarli ricordandoci che le guerre si vincono con la cultura.



Pochi giorni fa Roberto Riccardi è stato ospite di TG3 Linea notte e ci racconta di una nave piena di libri, autori, lettori... che parte alla volta di Barcellona per celebrare il 23 aprile Il giorno mondiale del libro e della lettura e presenta il suo ultimo romanzo La firma del puparo.